LENOCI SUONA MONK
Martedì 10 ottobre
Salone del Conservatorio, ore 20.30
THE SOUNDSCAPE EXPERIENCE:
MONK’s POINT I
Jazz recital: LENOCI suona MONK
Gianni Lenoci, piano solo
Opening: Tiziana Felle, voce/Daniele Bove, piano&synth “Only Monk”
IL CONCERTO SARA’ INTRODOTTO DALL’INTERPRETE
Questo Jazz Recital monografico intende essere un esplicito omaggio alla figura del leggendario pianista e compositore Thelonious Monk di cui oggi 10 ottobre 2017 ricorre esattamente il centenario della nascita.
Questo Jazz Recital si inscrive all’interno di svariate iniziative dal titolo MONK’s POINT
ad opera del Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali del Conservatorio “Nino Rota” volte a celebrare il centenario monkiano.
Ogni concerto sarò introdotto da un “opening” a cura dei migliori studenti dei corsi di jazz che rileggeranno composizioni di Thelonious Monk.
IL MONDO DI THELONIOUS MONK
di Franco D’Andrea
“Armonia: somiglianza con Webern.
Il senso dello spazio. Come Webern: propensione per lo spazio vuoto. Di solito il
jazz, soprattutto il pianismo jazz, è fluviale. Monk agisce in economia.
Il senso ritmico: com'è tipico del jazz, uso di poliritmie.
Ma anche radici storiche del jazz (quello di Armstrong, per intendersi). La musica
di Monk è astratta, ma ha alle spalle anche questa tradizione. Pratica del riff (Count
Basie anni '30).
Rispettoso del sistema tonale, con rare escursioni nel modale. E nonostante questo,
riusciva a creare giri armonici che comunque, nel colore, si avvicinano a Webern.
Uso e gestione particolare - comunque coerente - della dissonanza (a volte congiunta
con consonanze aperte…). Importante il tocco pianistico.
Modo particolare di muovere le voci, rispetto alla gestione suddetta, di consonanze
e dissonanze.
Economia nell'impiego dei mezzi armonici.
Discorso ritmico, che, relato all'armonia, riusciva a tenere come sospeso il discorso
armonico.
I giri armonici sono semplici, ma gli accordi sono disposti in modo da ottenere
agglomerati dissonanti.
Monk è anche il flusso della musica che sa scendere a patti con l'errore. La vita che
entra nella musica. Il contingente che penetra la musica. Contenere, riparare, dirigere,
gestire l'errore. Il jazz non aspira ad alcuna perfezione, accetta l'imperfezione. Il gruppo
e l'individuo. Avventura e senso dell'umorismo.”