PLAY DIFFERENT: La musica di Cage e Feldman

Chiavi di Lettura 2020:  primo appuntamento

Giovedì 27 febbraio 2020 ore 20.15 (porta ore 20)

Salone del Conservatorio

Play Different

La musica di John Cage e Morton Feldman

Tra pensiero e contemplazione

Dedicato a Gianni Lenoci (1963-2019) pianista, compositore, pensatore

pianoforte: Domenico Di Leo

 

 

Think different!, recita un celebre, fortunato slogan, lanciato anni da fa un geniale imprenditore, informatico e inventore californiano. Un altro genio californiano, John Cage, per lungo tutto l’arco della sua vita creativa il pensiero differente lo ha davvero praticato: la sua idea di musica ci propone un diverso modo di pensare, di suonare, di ascoltare, di vivere il suono (anzi, i suoni) e il silenzio, spesso rovesciando le prospettive e le gerarchie a cui ci siamo abituati attraverso secoli di pratica e di ascolto musicale. Attraverso lo sguardo curioso e lucido di John Cage e del suo discepolo Morton Feldman, la musica e il mondo ci appaiono diversi.

 

Sono due autori particolarmente intellettualmente e spiritualmente vicini a Gianni Lenoci (1963/2019), costanti punti di riferimento per la sua poetica di interprete, perfomer, compositore, improvvisatore, compositore: a loro il grande musicista scomparso pochi mesi fa dedicò, tra le altre cose, due importanti lavori discografici.

 

Intorno a loro aveva anche costruito un progetto nell’ambito del Festival Time Zones 2019, condotto a termine - per volontà dello stesso Lenoci - dal collega Domenico Di Leo.

 

La serata propone l’ascolto dal vivo di una preziosa antologia di musiche pianistiche dei due autori americani. In questo luogo in cui Lenoci ha a lungo esercitato il suo magistero ciò assume un chiaro, particolare significato culturale e affettivo.

 

Note a cura di Domenico Di Leo

 

John Cage, eversore sorridente

Get yourself out of whatever cage you find yourself in (Esci da qualunque gabbia in cui ti trovi) John Cage

Il suono e il silenzio sono gli strumenti con cui il compositore californiano ha inventato nuovi mondi, nuovi possibili modi di pensare e di comunicare tra esseri umani, sottraendosi al dominio dell’invadente ego, riaprendoci alla natura, riconnettendoci al mondo di cui siamo parte. La sua è la musica più ecologica e democratica mai immaginata: in essa i suoni, i “rumori” e il silenzio sono alla pari, così come gli strumenti tradizionali e qualsiasi altro corpo sonoro. Nella sorridente utopia di Cage, i suoni intenzionali prodotti dai musicisti e quelli casuali e ambientali fanno tutti parte di uno stesso fenomeno. Un grande gioco, tra ironia e paradosso. E il primo paradosso è quello di un musicista-pensatore il cui cognome significa “gabbia”, ma che ha dedicato la vita ad aprire le gabbie del pensiero, insegnandoci a essere liberi.

Morton Feldman, esercizi per una mistica laica

Dopo John Cage, Morton Feldman è l’altro grande eccentrico della musica nella seconda parte del XX secolo. Se gli “oggetti musicali” del primo sono magnifici giochi, quelli del suo discepolo Feldman sono rigorosi esercizi spirituali che sprigionano un singolare fascino. Il compositore ci mette a disposizione frammenti di infinto, con cui autore, esecutore e ascoltatore possono coltivare e praticare l’arte di togliere, fino a raggiungere una singolare zona di sospensione: ai confini del silenzio cageano, ma restando sempre al di qua. Dalla sua singolare posizione Feldman ci mostra come, spogliati di ogni retorica e narrazione, il suono e il silenzio, la durata e l’estinzione, diventano elementi di una mistica che, praticata con abbandono e disciplina, può condurre all’incantamento, a una sorta di laico Nirvana.

INGRESSO LIBERO SINO AD ESAURIMENTO POSTI

chiavi 27 feb 2020

 

 

Domenico Di Leo -  Suonare, insegnare, divulgare, organizzare nuovi modi di proporre la musica sono aspetti inscindibili della sua esperienza artistica. Dopo anni di docenza al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, nel 1998 è stato vincitore del concorso nazionale per titoli ed esami e della cattedra di Musica da Camera al Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Ha formato generazioni di strumentisti e cantanti, oggi affermati concertisti e prime parti in orchestre nazionali e internazionali. La rilevanza del suo lavoro didattico è stata riconosciuta da autorevoli addetti ai lavori. La sua ricerca a tutto campo sui repertori, sull’interpretazione, sulle diverse forme ed esperienze del fare musica, è il segno di un’apertura culturale alimentata anche dagli studi artistici compiuti e dalla curiosità per le diverse forme della creatività umana. Diplomato con lode al Conservatorio Piccinni di Bari, nella classe di Pierluigi Camicia, vincitore di premi nazionali e internazionali, Domenico Di Leo ha arricchito la sua formazione grazie a importanti solisti, cameristi, strumentisti (tra gli altri Konstantin e Svetlana Bogino, Joaquin Achucarro, Alexander Lonquich, Bruno Canino, Alain Planès, Georgij Chugajev, Vladimir Ogarkov, Paul von Schilavsky, Pavel Vernikov, Anatole Liebermann, Karine Georgian) e alle collaborazioni con strumentisti, cantanti e direttori d’orchestra italiani e stranieri. Se l’influenza della tradizione russa è per lui significativa, Domenico Di Leo, rivendicando il diritto-dovere della libertà intellettuale, non si identifica in nessuna “scuola” e ortodossia, continuando ad apprendere da musicisti diversi e di ogni ambito. La lunga esperienza concertistica in Italia e in diversi paesi europei come pianista solista e camerista, concertatore e direttore di ensemble strumentali e vocali ha maturato un personale stile interpretativo, che fonde rigore intellettuale e profonda conoscenza del testo e della prassi, spontaneità e forza emotiva. Il suo vasto repertorio, in continuo allargamento, va da Bach alla musica contemporanea, attraversando anche altri linguaggi musicali e aprendosi all’esperienza della musica improvvisata Riconosciuto come autorevole interprete di autori da Schubert a Debussy a Skrjabin, fino a Cage e Feldman, si impegna con passione nel lavoro di riscoperta: da giovanissimo è stato tra i primi e più convinti sostenitori in Italia della musica di Satie e dedica il suo lavoro ad autori meno frequentati (è tra i pochi specialisti italiani e mondiali di compositori come Alkan e Gottschalk) e alle compositrici. Ha realizzato trascrizioni e arrangiamenti, registrato per etichette come Stradivarius e Sarx, scritto saggi. Conduce esperienze didattiche d’avanguardia, rivolte a giovani e giovanissimi. Ha diretto iniziative concertistiche innovative, in Italia e in Francia. Convinto che la musica di qualità possa essere compresa e apprezzata da tutti, conduce un fortunato ciclo di appuntamenti, Chiavi di Lettura (circa cinquanta appuntamenti realizzati al Conservatorio Nino Rota attirando un grande numero di appassionati) e altri progetti dedicati alla divulgazione e all’incontro tra musica, arti, idee, tra musicisti e pubblico. Tra questi va ricordato in particolare The Soundscape Experience, guidato fino a pochi mesi in stretta collaborazione con Gianni Lenoci.

 

 

 

 

 

 

Submit to Facebook